NEWSLETTER 11 – 2015

Contratto. 

Per i medici sarà un autunno caldo? “La trattativa sarà complessa. Ma sulla parte economica non facciamoci illusioni”. Forum con i sindacati della dirigenza Ssn

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha sanzionato la illegittimità del blocco dei contratti della PA anche per la parte economica, i sindacati stanno affilando le armi per un negoziato che si profila tutt’altro che facile. Ecco cosa hanno in mente Troise (Anaao), Cassi (Cimo), Cozza (Cgil), Torluccio e Bonfili (Uil), Vergallo (Aaroi) e Gigli (Fesmed), Di Tullio (Fassid) e Papotto (Cisl).

Con la sentenza della Corte Costituzionale che ha sanzionato l’illegittimità del blocco della contrattazione per il pubblico impiego anche per la parte economica cade l’ostacolo normativo alla riapertura delle trattative a 360° gradi con i sindacati. Abbiamo chiesto ai rappresentanti dei sindacati quali sono le iniziative che intendono intraprendere per riaprire subito le trattative. Ed anche quali potrebbero essere le richieste economiche dopo anni di blocco delle retribuzioni e quali invece, i nodi normativi da sciogliere nelle proprie aree di pertinenza.

Riccardo Cassi, presidente nazionale Cimo: “La questione del lavoro dei medici deve essere affrontata, se così non fosse potremmo anche arrivare allo sciopero”
“La sentenza della Corte Costituzionale è molto importante, ma vogliamo aspettare di conoscere il testo definitivo per capire esattamente quali sono i termini della questione e subito dopo poter chiedere al Governo di predisporre un provvedimento ad hoc, ormai divenuto indispensabile”. Parte da qui Riccardo Cassi, presidente della Cimo, per capire come fronteggiare la questione sull’apertura delle trattative contrattuali. Una questione legata anche al fatto che per il 2015 la legge di stabilità non prevede il finanziamento del contratto e quindi un punto sul quale bisognerà intervenire.

“C’è il problema dell’aerea contrattuale – ha poi aggiunto – siamo ancora fermi alla Brunetta e alla perdita di un’area autonoma. Soprattutto troviamo assurdo che il ministro Madia, trattando dei medici veterinari e sanitari del Ssn, riconosca che i dirigenti sono fuori dal ruolo unico della dirigenza regionale e hanno perciò regole diverse su come si configura il trattamento economico, ma poi poi non intervenga a restituire anche alla dirigenza medica un’area contrattuale autonoma riconoscendo quindi la specificità del nostro lavoro che ha caratteristiche diverse dalla dirigenza del Pubblico impiego. Per questo – ha aggiunto – alla luce di tutte queste questioni ancora irrisolte, insieme agli altri sindacati, assumeremo tutte le iniziative opportune. Se ci saranno risposte soddisfacenti da subito, bene. In caso contrario, intraprenderemo le iniziative sindacali di protesta più opportune fino anche, come estrema ratio, allo sciopero”.

Cassi esprime poi la sua cautela sulla questione relativa alla parte economica: “È sicuramente un questione molto delicata da affrontare in quanto il Paese non è uscito ancora dalla crisi e come parte responsabile del Paese non possiamo non tenerne conto. Tuttavia questo non vuol dire che chi effettua un lavoro come il nostro che è sottoposto a stress e a rischi di ogni genere compresi quelli legati alla colpa professionale che non si sono ancora voluti risolvere, non debba anche avere una corrispondente gratificazione economica. Quindi cercheremo di controbilanciare le due cose.”

Per quanto riguarda invece la parte normativa, per il presidente della Cimo il primo nodo da sciogliere è quello relativo ai riposi e all’orario di lavoro, anche perché, ha ricordato la proroga che il Governo si era dato scade tra pochi mesi. “Dobbiamo capire come organizzare il lavoro negli ospedali e nelle strutture sanitarie recuperando anche un ruolo dei sindacati che Brunetta ci aveva tolto. Non dimentichiamo – ha spiegato – che riposi e turni che si riflettono non solo sulla salute degli operatori ma hanno ricadute importanti su chi è sottoposto alle cure da un medico stressato da turni di lavoro inaccettabili.

Questo è un problema che va affrontato una volta per tutte e risolto”. Altra questione è quella della carriera professionale, un cavallo da battaglia della Cimo. “Il sistema degli incarichi dirigenziali così come delineato dalla 229 è fallito – ha detto – inoltre la riduzione di strutture semplici e complesse toglie ogni possibilità di sviluppo di carriera apicale. La questione è quindi cercare di premiare i più meritevoli in assenza di un incarico prevalentemente gestionale. Noi avevamo proposto già un anno fa un meccanismo che consentisse di valutare le competenze individuali del medico  le sue capacità e farlo così progredire progressivamente anche da punto di vista economico. Non bisogna diventare “primario” per vedersi riconosciute anche economicamente le proprie competenze – ha aggiunto – non sempre il miglior clinico è dotato anche di competenze gestionali che sono richieste per gestire una struttura, e per questo vedersi penalizzato. Meglio andare a individuare e premiare i meriti di ognuno. Il Governo ha parlato tanto di buona scuola e di premiare i più meritevoli. Noi chiediamo che venga applicato anche alla sanità”.