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dovrebberoessereautodenunciati tutti gli eventi che potenzialmente avrebbero potuto provocare un danno al paziente e poi, dopo che uno si autodenuncia, in sede penale viene incolpato il medico. Voi capite bene che mai nessuno si autodenuncerà!
Di questo passo non si farà mai un progresso verso un miglioramento organizzativo che potrebbe por- tare effettivamente un bene cio al paziente.
La medicina non si veri ca quando si applica alla clinica una scienza, sono le scienze di base che sono fondamento della medicina, la chimica, la biochimica, la  siologia, la  sica ecc. La medicina non è una scienza in senso stretto perché si trova a che fare con un oggetto che è portatore di un’individualità, por- tatore di valori, quindi l’intervento del medico va contestualizzato, non può essere astratto dal contes- to. Ci sono poi le crisi per il profes- sionista perché ci sono alcune spe- cialità come il lavoro in emergenza, urgenza che è particolarmente stressante. Poi ci sono i problemi legati al lavoro in team, ci sono le responsabilità organizzative che sono sempre meno in capo al sin- golo medico e sempre più di com- petenza di chi dirige la struttura: il paradigma contrattualistico è ana- cronistico rispetto alla pratica della moderna medicina così come la conosciamo, noi per lo meno negli ospedali del servizio pubblico. La mancanza di una leadership in ambito della sicurezza delle cure è un punto estremamente impor- tante, non so nemmeno io come possa il magistrato fare valutazioni realistiche quando si arriva al pro- cesso tenendo conto che il pro- cesso e le perizie avvengono in una situazione completamente diversa dal momento in cui viene invece svolto l’atto medico prati- co, che può risentire di condizioni di grande stress e di stanchezza, può succedere di notte, magari al
pronto soccorso, con gente che urla. è molto più comodo sedersi a un tavolino facendo il perito di parte o il perito di ctu e guardare le carte, c’è una differenza enorme tra queste due condizioni che non andrebbero scotomizzate.
Quindi che fare? In questo anno e mezzo ho guardato la letteratura internazionale, ho visto un po’ quello che fanno negli altri paesi e sono arrivato a questa conclusione: ci dovrebbe essere una compagnia assicurativa di tipo mutualistico, pubblica, di proprietà della regione, dello stato, o di una rete di ospedali, che dovrebbe avere una massa di popolazione critica calcolata intorno ai 5 milioni: quindi in molte delle
respoNsabilità professioNale
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