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respoNsabilità professioNale
regioni italiane non ci sarebbe una suf ciente distribuzione del rischio su un numero abbastanza elevato di strutture. Bisognerebbe porre un tempo delle richieste di risarcimento come hanno fatto in Danimarca e in Svezia e questo chiaramente contribuirebbe a ri- durre i premi assicurativi che even- tualmente l’ospedale o lo stato contrarrebbe con le assicurazioni per i grandi rischi. Bisogna ridurre i termini di prescrizione perché molti problemi delle compagnie assicurative derivano dal fatto che con un termine di prescrizione di 10 anni una gran quantità di denaro deve essere messa in riserva anche se non sai poi se effettivamente dovrà essere erogato o no; in Germania è 3 anni, negli Stati uniti è 3 anni. Da noi è 10 anni o al massimo 5 (qualora si considerasse extracontrattuale la colpa) però è sempre un numero di anni elevato.
Occorre promuovere la preven- zione del rischio. Vi presento alcuni dati che ho tirato fuori da una commissione parlamentare di inchiesta, non da assicurazioni o da privati che hanno interessi in gioco. Le richieste di risarcimento sono lievemente calate nel 2011 rispetto al 2006, anche gli importi pagati
stanno calando, ma quello che sta aumentando sono gli importi messi a riserva. I risarcimenti sono diminuiti del 75%, ma le riserve sono aumentate del 195%, cioè di tantissimo. I premi versati dalle assicurazioni nel 2011 sono stati 354 milioni. La stima del costo della medicina difensiva varia dai 10 miliardi che vi ho riportato qui ai 14 miliardi delle ultime statistiche, cioè vuol dire che una percentuale dal 9 al 12% della spesa sanitaria globale, si stima venga utlizzata per la medicina difensiva. La crisi nel mercato assicurativo è dovuta anche a queste riserve che devono essere mantenute per molti anni: c’è stata una volatilità di mercati molto elevata e questi soldi che le imprese assicurative dovevano gestire non rendevano più come in precedenza, anzi rappresentavano un danno economico ma ci sono delle strategie generali che le compagnie possono adottare, entrando e uscendo da determinati rischi. Il problema della variabilità di interpretazione del danno e del nesso causale a livello giurisprudenziale è di dif cile risoluzione. Stupisce che uno stesso caso, posto di fronte a due magistrati diversi, possa dare due esiti completamente diversi, lo vediamo anche nei processi di primo e secondo grado. E poi c’è un lungo intervallo tra la cosiddetta percezione del danno e l’inizio dell’azione risarcitoria. Perché io dico che l’assicurazione non dovrebbero farla i singoli medici, ma dovrebbero farla le strutture? Perché chiaramente le regioni, o le macroregioni, sono un soggetto che è interessato a migliorare il servizio erogato, perché deve adempiere degli obblighi costituzionali e nello stesso tempo deve tutelare il diritto alla salute e deve anche contenere i costi, cioè deve allocare le risorse nel miglior modo possibile. Se vengono spesi 10-14 miliardi
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