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editoriale
al raggiungimento degli stessi obiettivi di salute, con fughe in avanti quali l’approvazione con la legge di stabilità del comma 566, che crea una arti ciosa separazione tra attività assistenziale ed attività diagnostica terapeutica, trascurando il fatto che la prevenzione, la diagnosi, la cura e la terapia sono per loro natura attività non riconducibili ad un unico singolo atto e che è in capo al medico la responsabilità di tutte le decisioni relative alla salute del paziente.
Occorre quindi un approccio di- verso ai problemi, il vecchio sin- dacalismo, infatti, ha continuato a proporre vecchi modelli di lavoro e a difendere uno stato giuridico rivelatosi fallimentare, che ha au- mentato il disagio e la demoti- vazione di chi è strutturato e non è stato in grado di dare risposte concrete alle nuove generazioni, consentendo l’incremento di un
precariato non più sostenibile. L’attacco alla professione medica richiede un intervento non settori- ale, ma comune. Per questo è nata aLLEaNZa per la PROFESSIONE MEDICa (aPM), un’aggregazione di sindacati rappresentanti di tutti i settori del lavoro medico, nella quale ad oggi si sono ritrovate aaROI, aNDI, CIMO, CIMOP, FESMED, FIMMG, FIMP, SBV e Su- MaI. aPM non è un’aggregazione chiusa, ma aperta a tutti coloro che credono nella peculiarità della nostra professione e nei principi del manifesto programmatico pre- sentato il 16 ottobre 2014 a Roma. In conclusione, rispetto ad un anno fa, esistono le condizioni per una rinascita della professione, sono in discussione provvedimenti che potrebbero rivalutare il medico, consentendo in particolare a quello pubblico condizioni e modalità di lavoro peculiari. adesso dipende da tutti noi.
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